Home Libri Recensione: Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgerald

Recensione: Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgerald

di Verdiana Quattrocchi
Tenera è la notte

Tenera è la notte è un viaggio nei sentimenti, nei luoghi e nei gesti dei miliardari tanto cari a F. S. Fitzgerald, che in questo ultimo romanzo del 1934 prendono il nome di Dick, Nicole e Rosemary.

Titolo: Tenera è la notte (Tender is the night)
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Editore: Minimum Fax
Traduttore: Vincenzo Latronico
Pagine: 490
Voto: 4/5
Anno prima pubblicazione: 1934
Acquistalo su Amazon*: Feltrinelli, Nuova edizione Minimum Fax

La trama

Il romanzo si apre nel luglio 1925 a Marsiglia. La costa della Riviera francese è ritrovo estivo di gente importante e alla moda. Tra di loro c’è l’attrice diciottenne Rosemary Hoyt che soggiorna insieme alla madre all’Hôtel des Étrangers.

Il suo corpo aleggiava con delicatezza sull’ultimo confine dell’infanzia. […] Era protetta dal doppio strato dell’armatura della madre e della propria.

Per tutti i frequentatori di questa località balneare Rosemary è la ragazza che aveva recitato in Daddy’s girl, ma per lo psicologo Dick Diver e la moglie Nicole diventerà qualcosa di più. Coppia affiatata e passionale quella dei Diver tanto da farsi chiamare Dicole. E sono proprio i Dicole i protagonisti della parte centrale del libro, quella in cui lasciamo la Riviera e torniamo indietro nel tempo in Svizzera, tra il 1919 e il 1925, gli anni prima dei figli, prima del matrimonio, quando lui era «Lucky Dick», uno studente di psicologia e lei una ragazza molto inquieta.

Tutti, o quasi, abbiamo un periodo preferito, eroico, della nostra vita; per Dick Diver fu quello.

Con queste consapevolezze del loro passato, Fitzgerald conduce il lettore a comprendere meglio la terza ed ultima parte del libro in un epilogo che ha il sapore della sconfitta.

Un romanzo autobiografico

Francis Scott Fitzgerald unisce presto il suo destino a quello di Zelda Sayre, la «Southern belle» che sposa nel 1920 conducendo uno stile di vita tra visibilità e stranezza, tra esibizionismo e scandalo. Zelda, che fino a quel momento si era limitata ad essere una donna molto eccentrica, nel 1930 viene ricoverata a Parigi in una clinica psichiatrica per collasso nervoso. Tenera è la notte è forse il romanzo maggiormente autobiografico dell’autore. Nella sua stesura, durata ben nove anni racconta se stesso.

I temi trattati, infatti, non riguardano solo sentimenti come amore e gelosia, ma anche l’incapacità di scrivere un libro, la difficoltà ad accettare il declino del proprio talento e, inevitabilmente, anche la disabilità. Ci sono delle imprecisioni termologiche dovute alle scarse conoscenze dell’epoca, ricordiamo che il libro fu scritto nel 1934 e si era iniziato a parlare di psicanalisi sono negli anni ’20. Ma l’intendo di Fitzgerald non è quello di indagare sui disturbi quanto invece sulle ripercussioni personali e familiari. Il titolo, che deriva dalla quarta strofa di «Ode ad un usignolo» (1819) di John Keats, rievoca uno stato di felicità perduta e la cupa incertezza del presente.

La mia recensione di Tenera è la notte

Con Tenera è la notte Fitzgerald raggiunge un altissimo livello di scrittura puntando su una maggiore complessità strutturale e stilistica. Ho trovato lo stile il punto forte del libro. I personaggi sono ricchi, seducenti, si evolvono passando dall’essere statici all’essere volitivi. Si fanno scoprire con lentezza, diventando agli occhi del lettore sempre più irresistibili.

Nicole è il personaggio che ho preferito. Complesso, in molte circostanze inattendibile, è quello che compie una maggiore evoluzione. Al contrario, Dick si dimostra molto più insicuro, imprevedibile. La coppia ricorda moltissimo Daisy Fay e il romantico Jay Gatsby del suo romanzo più famoso, Il Grande Gatsby (1925). Se la prima è l’incarnazione della ricchezza, il secondo è quella del fallimento, quello di una persona che aspira a raggiungere uno status sociale diverso dal proprio e perde miseramente. Rosemary incarna invece la fama, non quella raggiunta con facili mezzi, ma quella a cui si arriva con il sacrificio e la bravura. Unico aiuto quello della madre, una madre manager che «ama» e che ha sempre esercitato una forte influenza su di lei.

Rosermary e Nicole sembrano molto distanti tra di loro, in realtà l’unico elemento che non rientra nel puzzle è Dick. La lettura terminata, a testimonianza della vicinanza tra le due donne, viene da chiedersi se non sia un caso che il film in cui recita Rosemary si chiami proprio Daddy’s girl.

 

Potrebbe piacerti anche...

2 commenti

Recensione: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald · Bully Books 7 Agosto 2020 - 20:48

[…] questo libro, lo considero un preludio a Tenera è la notte (per leggere la mia recensione vai qui) in cui la sua scrittura raggiunge, a mio avviso, una maggiore complessità strutturale e […]

Reply
Recensione: Il colibrì di Sandro Veronesi · Bully Books 7 Dicembre 2020 - 11:16

[…] Dick e Nicole di Tenera è la notte di F. S. Fitzgerald (se vuoi leggere la mia recensione clicca qui), così fragile lei, così indeciso ed incoerente lui. È stato facile avvicinarsi, con un passato […]

Reply

Lascia un commento

* Usando questo form aderisci alle condizioni generali sulla privacy di questo blog. La tua privacy per noi è importante.

Questo sito utilizza cookies per migliorare la tua esperienza. Utilizzando il sito accetti la nostra cookie policy, ma sei libero di eliminarli quando desideri. Accetto