Lolita è una lunga confessione di un uomo di quarant’anni innamorato di una ragazza di dodici.
Titolo: Lolita
Autore: Vladimir Nabokov
Editore: Adelphi
Pagine: p. 395
Anno prima edizione originale: 1951
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Ho letto Lolita grazie alla mia challenge di lettura ispirata dalla serie tv Pretty Little Liars (#PLLBookChallenge) di cui vi parlo in questo articolo. Vi lascio di seguito l’estratto della serie tv in cui se ne parla (Puntata S02*12)
La trama
L’attrazione di un uomo per un certo tipo di ragazza pubescente, la “ninfetta” (diventata una delle figure capitali del ‘900) lo porta a commettere azioni malvagie. Lola, Dolly, Dolores, sono molti i suoi nomi, ma per il protagonista, un quarantenne studioso di letteratura francese, fu sempre e soltanto Lo-li-ta.
Con uno stile tra l’ironia e il sarcasmo il protagonista e io narrante , Humbert Humert, si rivolge a tutti e non solo a dei possibili giurati di una corte che dovrà stabilire una sua colpevolezza.
La mia recensione di Lolita
Era davvero speciale, quella sensazione: un disagio atroce e opprimente, come se fossi a tavola con il piccolo fantasma di una persona che avevo appena ucciso.
Come Allison Dilaurentis anche la piccola Dolores Haze (Lolita) può sembrare più grande dell’età che ha: 12 anni.
C’è chi dietro quel numero ci vede ancora una bambina, e chi purtroppo intravede una “ninfetta”, piccola donna che seduce con le sue forme ancora accennate. Tema questo che non divide, allontana direttamente dalla lettura e questo, a mio avviso, è un peccato. Il libro suscitò e suscita tutt’ora polemiche perché dona un’eloquenza seducente a un pedofilo e assassino.
«L’io narrante non sono certo io» avvisa Nabokov, ma come dice il protagonista: “Puoi sempre contare su un assassino per uno stile di prosa stravagante”. Lolita è il manoscritto di Humbert Humbert, le cui stramberie, opinioni personali sono risibili, ma Nabokov non ha alcuna intenzione di metterlo in una luce favorevole, non lo esonera dalla sua responsabilità.
Sono arrivata alla fine del libro con una curiosità molto forte. Per quanto Humebert Humbert parli di ragazze “provocanti”, rimangono pur sempre delle bambine che hanno appena dato uno sguardo all’adolescenza e che meritano un adulto che le guidi, non che le assecondi. Motivo per il quale Lolita fa le cose e poi si pente. Nonostante tutto ciò che avvenga sia anni luce per fortuna dal mondo che mi appartiene, credo che sia questo il suo punto di forza. Il fatto che una cosa non ci appartenga non vuol dire che non esista. In un certo qual modo la sua storia rapisce, complice la storia “insolita” è la scrittura di Nabokov.
Il libro rientra in quella “voluttà estetica”, in quel senso di essere a contatto con altri stati dell’essere dove l’arte è la norma. Leggiamo e giudichiamo Lolita per quello che sostiene di essere: un romanzo.