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Fidanzati dell’inverno. L’approccio francese all’immaginario fantasy

di Verdiana Quattrocchi
Fidanzati dell'inverno

Fidanzati dell’Inverno fa parte della tetralogia fantasy che ha conquistato la Francia (duecentomila copie vendute) ed ora, grazie alla casa editrice Edizioni e/o, anche l’Italia.
L’Attraversaspecchi è una serie letteraria che mescola sapientemente Fantasy, Belle Epoque, Steampunk, creando un’atmosfera unica che sedurrà completamente il lettore“.

Titolo: Fidanzati dell’inverno – vol.1 della saga L’Attraversaspecchi (La Passe-Miroir. Livre 1. Les Fiancés de l’hiver)
Autore: Christelle Dabos
Editore: Edizioni e/o
Pagine: 504 p.
Voto:
3/5
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Amavo Dio, è vero, ma odiavo quel libro che apriva per un nonnulla. A Dio invece piaceva un sacco. Quand’era contento scriveva. Quand’era arrabbiato scriveva. E un giorno in cui era di pessimo umore ha commesso un’enorme sciocchezza.
Ha fatto a pezzi il mondo.

La trama

All’inizio del romanzo ci troviamo su Anima, l’arca in cui gli oggetti prendono vita. Come quest’arca, nel mondo magico descritto dalla Dabos, ce ne sono altre venti, ognuna delle quali ha caratteristiche sociali ed ambientali diverse.

Le vecchie dimore hanno un’anima, si sente spesso dire. Su Anima, l’arca in cui gli oggetti prendono vita, le vecchie dimore avevano più che altro la tendenza a sviluppare un carattere orribile.

Le Arche ruotano attorno a quello che un tempo era la terra. Il mondo, così come lo conosciamo oggi, non c’è più, rappresenta solo un antico nucleo attorno a cui orbitano questi ventuno mondi sospesi.

La protagonista femminile, Ofelia, è una buffa ragazza che vive sull’Arca Anima e che, a causa di un matrimonio combinato, viene promessa in sposa al giovane nobile Thor. Il matrimonio comporterà il trasferimento di Ofelia in un luogo molto meno caldo ed ospitale di casa, l’Arca Polo.

Pianure pallide a fior di roccia, un fiordo prigioniero del ghiaccio, foreste di abeti altissimi, case immerse nella neve…Erano paesaggi austeri.

Ma perché le Decane (madri tra le madri), responsabili di questo matrimonio diplomatico, hanno scelto proprio lei? E perché nessuno, compresi i diretti interessati, non si oppone? La piccola Ofelia, la cui unica esperienza sull’amore è stato un libro prestatogli dalla sorella, verrà spedita, con la sua fedele sciarpa tricolore e zia Roseline a seguito, senza che le venga data alcuna spiegazione.

L’immaginazione della Dabos non si limita al contesto in cui i nostri protagonisti si muovono, ma conferisce poteri speciali a persone ed oggetti.

Ofelia

Ofelia ha la capacità di leggere il passato degli oggetti, ha quindi il potere della psicometria, ed avere questa capacità vuol dire essere una lettrice. Ma se lei tocca un oggetto ne imprime i suoi ricordi perciò indossa sempre dei lunghi guanti che, quando è nervosa, tende a “mordicchiare”. Porta un paio di occhiali le cui lenti cambiano colore a seconda dell’umore e, a causa fu un trauma avuto durante l’attraversamento di uno specchio, è talmente maldestra da buttare a terra qualsiasi cosa.
E si, perché lei ha anche quest’altra capacità.

Nel bel mezzo della specchiera di un armadio emerse un naso.

Il naso venne avanti, subito seguito da un paio di occhiali, un’arcata sopraccigliare, una fronte, una bocca, un mento, guance, occhi, capelli, collo e orecchie. Sospesa al centro dello specchio fino alle spalle, la faccia guardò a destra e a sinistra. Poi, più in basso, affiorò la piega di un ginocchio portandosi dietro un corpo che si estrasse dal vetro tutto insieme, come se uscisse da una vasca da bagno. La figura sbucata dallo specchio consisteva in un vecchio cappotto logoro, un paio di occhiali grigi e una sciarpa a tre colori.

Sotto quegli strati c’era Ofelia.

Nonostante la goffaggine Ofelia è una ragazza in gamba e molto riflessiva, non a caso ha la responsabilità di gestire il museo di Anima.

Sebbene talvolta i lunghi capelli ribelli, i movimenti goffi e la timidezza acquattata dietro gli occhiali le conferissero un’aria da adolescente cresciuta male, in presenta della storia Ofelia si calava in un’altra pelle.

Thor

Fa parte della famiglia dei Draghi, ciò comporta avere un’innata aggressività ed una predilezione per la caccia.

Contrariamente alla prima impressione Thorn non era un orso, anche se ne aveva l’aspetto. Portava sulle spalle una lunga pelliccia bianca irta di zanne ed artigli. In realtà non era molto corpulento. Le braccia, incrociate sul petto, erano affilate come spade. In compenso, per quanto magro, aveva una statura da gigante. Il cranio toccava il soffitto della carrozza obbligandolo a tenere il collo piegato.

Nel romanzo incontriamo anche i Miraggi, persone piuttosto velenose e la Rete coloro che tutto sanno e tutto vedono.

Recensione di Fidanzati dell’inverno

Christelle Dabos, con uno stile originale ed immaginifico, ci regala un nuovo universo fantasy nel quale immergerci.
Lo fa in punta di piedi e dichiarando:
«il titolo del romanzo e il potere di Ofelia mi sono stati ispirati dal racconto di Marcel Aymé Il passamura. Nel mio universo c’è molto Lewis Carroll, anche se è successo a mia insaputa. Alice nel paese delle meraviglie è un’opera che ho sempre trovato strana e sconcertante, me ne sono letteralmente impregnata. Alice che attraversa lo specchio, il Bianconiglio sempre in ritardo o il Cappellaio Matto sono piovuti nel mio libro senza che me rendessi conto».

Fidanzati dell’inverno è un capitolo d’introduzione, serve a presentare i personaggi e i luoghi, e a far solo intuire quello che sia potuto succedere durante la Lacerazione per sconvolgere a tal punto l’assetto del mondo. Purtroppo, a parer mio, la parte descrittiva non è abbastanza approfondita. In particolare, le scene dell’arrivo in slitta a Cittàcielo e la guarigione di un personaggio sono state risolte in poche righe. Forse alla Dabos viene più congeniale analizzare l‘aspetto psicologico dei personaggi, di come loro reagiscono alla vicenda piuttosto che raccontare la vicenda stessa.

Se pur Ofelia e Thor rispecchino molto i personaggi degli Young Adults (libri scritti per un pubblico di teenagers che si stanno avvicinando al mondo degli adulti), hanno un carattere ben definito, sanno quello che vogliono e vedono la realtà per ciò che è.
Ofelia è realmente buffa, non è una ragazza inconsapevole della sua bellezza, lei sa di non curarsi, di starnutire una volta di troppo e sopratutto di non volersi sposare per imposizione. Non si ribella alla scelta delle Decane, non perché manchi di carattere, ma perché vuole affrontare lei stessa la situazione, capire e vedere attraverso i suoi occhiali multicolor.
E’ un personaggio a cui mi sono affezionata, forse perché un po’ mi ci rivedo:

Le sue cugine amavano le belle sale da tè, le passeggiate in riva al fiume, le visite allo zoo e le sale ballo, mentre per Ofelia il secondo livello sotterraneo dell’Archivio era il posto più affascinante del mondo.

Thor fortunatamente non è il bello e dannato che tratta male la compagna, ma che in fondo la ama.  Non sono ugualmente una grande fan di questo personaggio, per me è troppo rude, ma devo riconoscere che abbia idee chiare su chi può o non può fidarsi.

Anche se dal libro mi aspettavo molto di più, sono comunque curiosa di leggere il seguito seppur Scomparsi di Chiardiluna e La memoria di Babele non sono ancora stati tradotti.

Riconoscimenti

In Francia Fidanzati dell’inverno ha vinto il Prix du Premier Roman Jenuesse Gallimard-Rtl-Télérama e il Grand Prix de l’Immaginarie.

N.b. I disegni allegati non di mia produzione. Fanno parte della prolifera fanart della serie che si trova sul web.

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3 commenti

10 libri per ragazzi da regalare a Natale · Bully Books 9 Dicembre 2018 - 17:27

[…] Se vuoi leggere la mia recensione di Fidanzati dell’Inverno clicca qui. […]

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Eleonora 31 Luglio 2019 - 11:24

Per una volta arriva in Italia un libro non americano a risvegliare il mondo del fantasy!

Reply
Verdiana Quattrocchi
Verdiana Quattrocchi 18 Settembre 2019 - 10:46

Ciao Eleonora e benvenuta sul mio blog 🙂 Purtroppo leggendo il secondo volume ho deciso di abbandonare la serie, non ho avuto neppure lo stimolo di scrivere la recensione 🙁

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