Home Libri Firmino. La lettura e la fantasia come cibo per l’anima.

Firmino. La lettura e la fantasia come cibo per l’anima.

di Verdiana Quattrocchi

Avete mai conosciuto qualcuno che soffre di ipertrofia lessicale? Sam Savage ci presenta la storia del topolino Firmino e di come questa “malattia” abbia contribuito a guastare ed alterare il corso della sua vita altrimenti ordinaria. Il racconto è l’autobiografia di un autoironico e a volte ingenuo topolino, che ci fa appassionare a quella che lui definisce la storia più triste che abbia mai sentito.

Titolo: Firmino. Avventure di un parassita metropolitano (Firmin. Adventures of A Metropolitan Lowlife)
Autore: Sam Savage
Editore: Einaudi
Pagine: 186
Voto: 4/5

Al mondo esistono due tipi di animali, quelli con il dono della parola e quelli senza. Gli animali con il dono della parola, a loro volta, rientrano in due categorie, i parlatori e gli ascoltatori. Questi ultimi sono in gran parte cani. Ora, i cani, essendo oltremodo stupidi, vivono la loro afasia con una sorta di gioia servile, che manifestano scodinzolando. Non era il mio caso. Io non riuscivo a sopportare l’idea di passare tutta la vita in silenzio.

La trama

Tutto inizia il giorno della sua nascita, nei primi anni sessanta nei sobborghi di Scollay Square, una città realmente esistente al centro di Boston. Ultimo di tredici fratelli si trova ad essere sopraffatto, complice la sua corporatura gracile, durante la corsa per il cibo, e anche quando arriva per primo viene scalzato via con la forza da qualcuno dei suoi nerboruti fratelli. Crescendo Firmino riesce a viaggiare moltissimo: siede ad un tavolo di un bar di Berlino, si rifugia in un ospizio per poveri in Inghilterra, lascia le campagne dell’Oklahoma lungo la Route 66 diretto in California. Fa tutto ciò dagli scaffali di Pembroke Books, una libreria che si affaccia su Cornhill. Il felice evento della sua nascita, infatti, la mamma Flo lo ha affrontato da sola in questa libreria iniziando lei per prima a divorarne i volumi.

La mia cara Flo ha ridotto in coriandoli Finnegas Wake. Joyce era Un Grande, forse il Più Grande. Io sono stato sgravato, deposto e allattato sulla carcassa defoliata del capolavoro più non-letto al mondo.

Crescendo a Firmino non basta più rosicchiare e masticare le pagine, ma comincia a leggere tanto da dedicare tutte le ore di veglia alla lettura. Più legge e più è curioso di mettersi in contatto con quelle persone che i libri li hanno scritti, li comprano, li vendono e li leggono: gli uomini. Le sue prime finestra sul mondo degli uomini sono una fenditura del pavimento che lui chiama Mongolfiera (baloon) e un foro sulla sommità delle vetrine, il Ballatoio (balcony):

somigliava ad un libro: attraverso di essa potevi indagare mondi che non erano i tuoi. […]

Avevo la sensazione di librarmi fluttuando sopra la stanza in una mongolfiera

Da qui avrà modo di osservare il proprietario della libreria, Norman Shine ed è da qui che inizieranno le sue avventure con il mondo degli umani. Firmino è combattuto tra il suo essere un topo e il suo desiderio di essere umano. Si illude di esserci riuscito quando si fa adottare da un solitario quanto stravagante scrittore.

La mia recensione

Firmino è stata una piacevole scoperta. L’immagine di copertina: uno schizzo su sfondo bianco, un topolino con un libro tra le zampe, ha attirato subito la mia attenzione. Ho sentito questo topolino uno di noi, tanto amante dei libri da voler porre un’unica domanda agli uomini, se mai avesse trovato il modo di comunicare con loro: “cosa ti piace leggere?

Gli episodi che più mi hanno colpito sono proprio quelli legati al suo bisogno di comunicare con l’uomo.
Ci prova portando una rosa a Norman:

Ero sgattaiolato fuori dal mio nascondiglio, avevo afferrato una rosa, quella che mi sembrava meno sciupata, e l’avevo portata a casa, dove l’avevo raddrizzata come meglio potevo. […] Era quasi l’ora di apertura quando finalmente ero riuscito a sistemarla nella tazza del caffè ancora vuota sulla scrivania di Norman. […] Quando vidi la reazione di Norman davanti a quel fiore, mi venne in mente che forse avevo esagerato. A essere sinceri mi sembrava impaurito.

Dopo l’episodio di rifiuto più clamoroso da parte di Norman, Firmino chiamerà il libraio usandone semplicemente il cognome, Shine.
Ci prova mettendo in pratica l’unica frase imparata nel libro Dillo senza emettere suoni. Immaginario: «Arrivederci, zip!» con alcune signore incontrate al parco:

Conclusi che forse mi bastava una frase elementare, qualcosa che mi permettesse almeno di far sapere alle persone che ero intelligente e affabile. […] Cercai di urlarlo gesticolando con tutta la veemenza possibile. – Arrivederci, zip! Arrivederci, zip! – […] Le donne e la ragazza si erano fermate e tutt’e tre, mi fissavano a bocca aperta. […] Una delle donne cominciò ad emettere un grugnito misto al respiro.

Non sempre, nonostante le nostre buone intenzioni, riusciamo a farci comprendere ed apprezzare dagli altri, spesso i nostri sforzi di farci capire sono direttamente proporzionali ad un rifiuto. Questo succede quando non si va oltre le apparenze. Firmino avrà però la possibilità di trovare qualcuno che lo sappia apprezzare?

Un libro piacevole la cui lettura vi impegnerà pochissimi giorni e che vi farà comprendere quanto i libri nutrano il pensiero e ci aiutino a superare anche i momenti più tragici della nostra vita.

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1 commento

Sconti Einaudi 2018 - i 5 libri che non mi sono fatta sfuggire! • Bully Books 9 Maggio 2018 - 11:11

[…] “Firmino” di Sam Savage […]

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