La storia di una donna che è unicamente moglie, predestinata alla creazione e alla cura della famiglia.
Titolo: La donna di Gilles (Femme de Gilles)
Autore: Madeleine Bourdouxhe
Editore: Adelphi
Pagine: 148 p.
Voto: 3/5
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La trama
Il protagonista principale del romanzo è il senso di appartenenza di una donna, Élisa, nei confronti del marito, Gilles. Élisa non sente di appartenere né a se stessa né alla città operaia di Liegi, bensì all’uomo che ha sposato. Diventa moglie per amore di Gilles, diventa mamma di tre bambini per amore di Gilles. Trascorre le sue giornate nell’attesa torni da lavoro Gilles.
«Le cinque…Tra poco sarà a casa…» pensa Élisa, e basta l’idea a farla piombare nell’inerzia più totale».
Le giornate di Élisa sono tutte uguali, ma lei non sembra rammaricarsi, a lei basta avere l’amore di Gilles. Dai ricordi di lei, il matrimonio ha il volto dell’idillio e dell’amore. Nella loro vita vi sono delle presenze costanti, le gemelline, il piccolo in arrivo e la sorella minore di Élisa, Victorine.
Ci sono donne a cui è il cuore a svilupparsi in maniera esagerata. Per Victorine, a dominare su tutto, era il sesso. Era nata in quel modo, non poteva farci niente, povera figliola. Ciò non toglie però che è una vergogna essere così.
È proprio lei e far cambiare la quotidianità e gli equilibri della coppia. Più giovane, avvenente e spigliata, la bella Victorine seduce Gilles. «La conosco da anni…è soltanto la piccola Victorine», ma da quel giorno non sarà più la piccola Victorine, la sorella di Élisa, la zia delle sue bambine. Diventerà una cosa sua, che dev’essere solo sua.
La mia recensione
Quando ho comprato questo libro non sapevo se mi sarebbe piaciuto o meno. In realtà il mio intento era quello di conoscere Madeleine Bourdouxhe, la scrittrice che quest’anno con Marie aspetta Marie aveva fatto tanto parlare di se. Come prevedevo non è un libro nelle mie corde, o almeno, non lo è stato ad una prima lettura.
Madeleine Bourdouxhe ambienta questo romanzo nella sua città natia e lo fa nel 1937 all’età di soli trent’anni venendo accolta con grande fervore dagli ambienti parigini. La storia di Élisa è la storia di molte donne e, purtroppo, non conosce confini di tempo, di cultura e di spazio.
Alla base del romanzo c’è il concetto di amore nella sua eccezione più sbagliata e contraddittoria. L’amore come possesso, ma allo stesso tempo separazione dall’altro. Élisa ama distruggendo se stessa, Gilles ama distruggendo gli altri. Lei si nutre di questo amore, ma non lo conosce. Cerca di riconquistare l’amore perduto, ma non cerca di riconquistare Gilles. Un passo sbagliato dopo l’altro la portano a muoversi «a tastoni in un mondo defunto nel quale si sente perduta». Gilles ama Élisa ed ama Vctorine, ma in realtà cerca il dominio, gli piace che la donna, suo malgrado, si senta umiliata, posseduta. Fa l’amore con la moglie sottolineando la distanza da lei chiedendole conferma del piacere provato, mutando l’amore in un’operazione meccanica diretta al maschio. Dice di amare Victorine, ma non le risparmia ingiurie e violenza quando lei si allontana.
Ad una prima lettura il libro può sembrare la storia di un tradimento che ha tutto l’aspetto dei cliché da romanzo rosa. Non è esattamente così. Con chiari riferimenti alla Tess di Tomas Hardy, Madeleine Bourdouxhe sceglie le sue eroine ai margini della società. Il giusto e lo sbagliato in questo romanzo si confondono e più volte sono stata portata ad ammonire il comportamento di Élisa e provare compassione per Victorine. Da donna e da moglie è un libro che mi ha fatto molto arrabbiare. Non riesco a compatire del tutto Élisa, non quando mette l’amore per Gilles anche davanti a quello dei suoi figli. Per seguirlo lascia le bambine, di sera, sole a casa, per difenderlo da uno schiaffo ad una delle due, è l’unico atto di violenza oltre quello che infligge a se stessa.
I figli sono per lei la prosecuzione vivente di un amore, e valgono solo in quanto irradiazione della luce di quell’amore…Figli generati dallo sposo e che vivono nella casa dello sposo.
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