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Recensione: A proposito di niente di Woody Allen

di Verdiana Quattrocchi
Woody Allen

Woody Allen scrive un libro ironico e pienamente sincero. A proposito di niente è un’autobiografia non richiesta, che parla di un uomo con paure e fobie comuni, ma dal modo di raccontarle che è assolutamente fuori dal comune.

Titolo: A proposito di niente (Apropos of Nothing)
Autore: Woody Allen
Editore: La nave di Teseo
Pagine:  p. 279
Voto: 3/5
Anno pubblicazione: 2020
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Il giorno dopo Danny Simon mi convocò nel suo ufficio e la mia vita cambiò completamente. Per prima cosa mi disse che le mie battute erano fantastiche e che, se non avessi mai imparato a scrivere sketch, commedie o qualunque altra cosa, sarebbero bastate le mie battute per farmi fare una bella vita. Niente male come incoraggiamento.

Un giovane Holden….a Brooklyn

Ironia e disordine regnano sovrane in questa autobiografia così come nella vita di Woody Allen. A proposito di niente è un lunghissimo flusso di pensieri e ricordi incasellati in lunghi capitoli senza alcun titolo e senza alcuna logica apparente tanto da sembrare paragrafi.

Se hai intenzione di conoscere la vita del noto regista/attore dovrai sederti e lasciarti trasportare nel racconto di aventi personali passati, presenti e futuri non necessariamente in quest’ordine. Dall’infanzia passata con un padre che non aveva alcuna predisposizione ad essere il sostegno della famiglia, e a sopravvivere a delle tate dal fare omicida, fino ad un presente ricco di amore ma anche di drammi. Dal talento dell’illusionismo a quella sua capacità così naturale di “far ridere”, capacità che non viene in alcun modo filtrata dalla carta del libro, anzi!

Secondo gli psicologi, nei momenti di crisi diventiamo quello che siamo, solo al quadrato.

Le parti più belle e divertenti? Senza dubbio quelle dedicate alla psicanalisi e alle sue donne, temi profondamenti interconnessi. C’è Louise Lasser, con la madre dai seri problemi mentali, ma anche l’adorabile e spiritosa Diane Keaton dalla personalità che illumina una stanza. C’è persino un lato nascosto di Mia Farrow, descritta come una persona cattiva, pessima madre che adotta i figli (meglio se disabili) al solo scopo di farsi pubblicità. Fino ad arrivare al suo grande amore al quale dedica anche il libro, Soon-Yi Previn.

Non essendo un’accanita fan di Woody Allen non ho probabilmente apprezzato il libro a pieno non cogliendo gran parte dei riferimenti cinematografici e personali. Ad ogni modo, sono contenta di averlo letto perché è stata una lettura distensiva in mezzo a molte a lucubri, scelte per il periodo di Halloween. Ho anche scoperto di avere gusti cinematografici simili ai suoi. Adoriamo Nata ieri e Notorius, ma lui ama Bergman regista io Bergman attrice.

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